Song of the day

22.2.08

Memoirs of a TA [Parte I]

DISCLAIMER
Questo post e` opera di fantasia, ogni riferimento a persone
o cose realmente esistite e` da ritenersi del tutto casuale.


Io sono un TA...
ed essendo un TA sono sempre, costantemente, incazzato come una bestia.
La sveglia suona alle sei e trenta del mattino, puntuale. E no, non puoi spegnerla e voltarti dall'altra parte. No! Alle otto devi essere nel seminterrato del dipartimento a parlare di matematica a gente che non ha un cazzo di voglia. E tu sei li, davanti a questa lavagna nera, che ti sei preparato la lezione la sera prima che avresti tanto preferito suonare ma no! Non si puo`. E` tua Responsabilita`.
E allora inizi, chiedi se ci sono domande, e no, figuriamoci se qualcuno alza la mano. Tutti hanno capito tutto. Cristallino, chiaro come il sole.
Allora ti metti a fare un esercizio, di quelli che non facevi dal primo quadrimestre della terza liceo e questi qui sono al second'anno di universita`. Di quelli che ti sei dimenticato anche che esistessero. E per sentirti meno imbecille tenti di coinvolgerli, fai lo spiritoso, li senti ridere, almeno non dormono. Ma poi...
Poi fai una domanda... una di quelle domande che ti aspetti abbia una risposta istantanea, corale come la risata di prima. Neanche ti volti, sei li con il gesso sulla lavagna aspettando che venga pronunciata la parola zero.

Silenzio.

Ti volti e ti stupisci del fatto che esistano ancora. Ti guardano. In silenzio. E tu guardi loro...
C'e` quello inebetito: quello che sembra stia guardando due aule dietro la tua lavagna, sorride assente e gli leggi negli occhi: modalita` risparmio energetico.
C'e` lo stupito: quello che ti fissa con la bocca semiaperta, gli occhi vacui, un sopracciglio alzato che' gli sembrava di capire e poi... inaspettatamente... si e` reso conto che non capiva un cazzo.
C'e` l'ispirato: quello che ti guarda con sguardo felice e annuisce convinto. E tu ti domandi che cazzo stia annuendo a fare...
C'e` il cogitabondo: quello che si fa i cazzi suoi in posa da pensatore di Rodin e nel frattempo, con la coda dell'occhio, controlla la posta sul portatile.
C'e` quello che sa la risposta eppero` e` sbagliata: sguardo intenso, lingua fuori, mano alzata.

E allora giocoforza.. cedi. Gli dai la parola e un po' ci speri. Dai, dai che ce la fa'.
E lui, ineluttabilmente, dice una stronzata.
Tu allora, sconfitto, ritagli il tuo rettangolino sulla lavagna e spieghi per la settima volta in due settimane che si: due fottuti vettori sono ortogonali se il loro prodotto scalare e` zero. Eccheccazzo.
E quindi continui, avanti, sempre avanti, incorruttibile, fino a che sono le nove meno dieci, quando ormai sei in preda allo sconforto piu` totale e la classe e` finita, andatevene in pace. Tu cancelli la lavagna, chiudi il librone di Calculus da sei chili, sogni di poterti andare a prendere un caffe' ma..
No. Non puoi.

Non puoi che' gia cominciano ad entrare gli studenti della seconda sezione, quella delle nove.
Comincia la seconda ora.

--continua--

2 comments:

apple said...

se non altro ti provvedono di buona ispirazione... :P

Hayao said...

Stupenda Jacopo! attendo il seguito :D