Song of the day

26.2.07

College Park

Dulcis in fundo, mia piccola patria Latinoamericana, abbracciato dal calorcito dello spagnolo e stretto dalle parole generose dei miei amici. Impressionante come sempre e` tornare in un luogo che e` stato la tua casa per molto tempo. Pare che il tempo ricominci a scorrere dal momento esatto in cui te ne sei andato, come tutte le volte che torno in Italia, e ora, anche come tutte le volte che torno a Toronto.
Il giovedi` sera era tardi al mio arrivo; la metropolitana finalmente si fermava e fuori dalla stazione stavano Cecilia e Nicolas, troppo tempo che non li vedevo. La cena e le chiacchere, in uno spagnolo un po' arrugginito per quanto mi riguarda, han occupato quel poco tempo che rimaneva prima di andare a dormire. Il venerdi` e` stata invece la giornata degli abbracci, tantissimi tantissimi abbracci. La sera prevedeva un concerto di musica barocca di una orchestra che veniva direttamente da Toronto (e che probabilmente perdutasi nella nebbia del Maryland si era ritrovata a College Park, non vedo altra spiegazione..). Per l'occasione ho rivisto pure Rachelle, che suonava con me in orchestra a Toronto e pochi giorni fa ha traslocato proprio a Washington. E` stata una gran bella occasione per salutarla.
Il sabato e` uno spasso unico in giro per Georgetown con la nuova macchina di Ceci y Nico e al ritorno cena a casa di Eloim con tutta la compagnia.. muy buena onda.
La domenica invece passa in casa durante la nevicata del mattino (un quindici centimetri buoni.. quasi mezzo piede!!!) e poi a casa di Cristian con i suoi bimbi, e di ritorno si salta a prendere Domingo per cenare insieme. La serata si conclude con panettone e tequila (!) e i saluti prima della partenza. Lunedi` nemmeno esiste, prima che me ne renda conto un caffe` (lungo una settimana) conclude la mia ultima tappa del viaggio e la metropolitana mi porta via. Si torna a Toronto. Si torna al lavoro.

Jacopo

22.2.07

New York, but really quick!

Nelle tre piovosissime ore che ho passato a NYC non sono riuscito che a camminare dalla 42a strada, dove sta la Grand Central Station, lungo la quinta strada fino alla punta estrema di Manhattan, il Battery Park, per poi tornare su a nord lungo la West, passare a pochi metri da Ground Zero e raggiungere l'angolo tra la 8a e la 34a dove ho preso al volo l'autobus per la capitale.
La pioggia mi ha accompagnato per tutto il tragitto, salvo lasciarmi un po' di tregua mentre mi rilassavo al parco spogliato ora dall'inverno che da` sulla baia. E li`, mentre fradicio aspettavo che le piume si asciugassero, finalmente ho trovato un po' di quiete.

Jacopo

21.2.07

New Haven

La seconda tappa del viaggio si chiama New Haven, ed e` la piccola citta` sull'oceano che di buon grado ospita la prestigiosa universita` di Yale e dunque Enrico, che e` stato il mio prezioso ospite durante i tre giorni che ho passato qui; nonostante fosse pieno di lavoro (e quando mai non lo e` stato?) siamo riusciti a girare per la citta` e chiaccherare non poco (e non solo di Matematica).
L'accoglienza che mi e` stata riservata per la prima sera e` a base dell'ottima pizza che gli immigrati italiani hanno importato in questo paese: sottile e poco unta, e` stata davvero una sorpresa, soprattutto considerando quanto fossi prevenuto a riguardo.
La giornata di martedi`, sebbene grigia e uggiosa, cammina in fretta verso il tramonto. La mattina si perde in giro per il campus di Yale: l'austerita` grigia del cemento e sporadicamente rossa di qualche mattone si sposava perfettamente con l'umida giornata invernale, con gli alberi nudi e scuri che graffiavano il cielo. Tutti gli edifici sono stati costruiti in uno stile artificiosamente gotico, con i Gargoyle a guardia dei tetti e le finestre altissime e appuntite. Beh.. a dire la verita` non proprio tutti...
Assolutamente anonime dall'esterno, stonate (come solo un violista puo` arrivare ad essere) nella seppur fasulla armonia di quelle che le circondano, queste costruzioni appaiono perennemente chiuse con catene e lucchetti. Ospitano nientemeno che le riunioni delle famosissime societa` segrete, di cui il popolo a stelle e strisce va tanto fiero.
Terminato il giro turistico in campus il pomeriggio prevede una gita in bici sulla East Rock, dalla quale si gode di un bel panorama su New Haven e sull'oceano. Peccato che il tempo lasciasse molto a desiderare e la foschia appiccicosa coprisse tutto cio` che c'era da vedere dopo l'arrampicata.
Il giorno dopo inizia con una gita al parco del faro, sull'oceano; il sole decide di ricompensare l'attesa e i quaranta minuti di bus per arrivare. E` una giornata fredda pero` e il mare e` scuro scuro; i capannoni abbandonati per l'inverno danno al luogo un'aria un po' spettrale cosi` come i lastroni di ghiaccio che galleggiano in riva al mare e il faro bianco che spezza l'azzurro denso del cielo. Il pomeriggio evapora velocemente tra seminario e cene e le chiacchere fan volare via le ultime ore a New Haven.
Il mattino dopo, un abbraccio sulla via della stazione segna l'inizio dell'ultima parte del mio viaggio. New Haven fila via come centinaia di volte ho visto filar via Pisa dal treno, con le porte che si chiudono e ti trascinano via.
Destinazione: New York Grand Central Station


Jacopo

20.2.07

Saudade in Boston

Ciao, belli!

La mia dieci giorni statunitense parte da Boston, patria di Paola e Valentino. La citta` mi ha subito stordito con il labirinto della metropolitana, che si snoda buio sotto i quartieri nei pressi di Downtown ed emerge alla luce come un tram nei vari sobborghi ormai conurbati che testardi mantengono il proprio nome originale. La metropolitana e` decisamente piu` caotica che a Toronto e non mi risulta ovvissimo nemmeno capire come comprare un biglietto, smarrito tra CharlieCard, CharlieTicket e altre bizzarrie. Superato il primo momento di sbandamento (probabilmente piu` dovuto al fatto che la sveglia mi aveva tirato giu` dal futon alle cinque del mattino che ad altro) ho finalmente raggiunto la mia destinazione dove ho trovato il primo attesissimo abbraccio ad aspettarmi. Qualche chiacchera piu` o meno seria e il pomeriggio vola. Per la sera ci aspetta A Midsummer night's dream messo in scena dal Boston Ballet al Wang Theatre, dove tra l'altro mi attende il secondo abbraccio, Vale; il balletto termina tra gli applausi, si decide di non andare a sciare l'indomani causa troppo freddo e la serata si conclude in un pub dove pianista e pubblico si uniscono a cantare i Beatles e altre canzoni più e meno note.
Il sabato mi vola da sotto i piedi passeggiando lungo Comm Ave, poi sull'esplanade gelata lungo il fiume coperto di ghiaccio e neve e finendo nel North End, una piccola Italia vicino all'Oceano. Pranzo con un'ottima carbonara direttamente da São Paulo (e brava Beatriz!) insieme a tanti brasiliani e alla saudade che li ha presi guardando la neve fuori dalle finestre mentre pensavano a Rio e alle batterie del Carnevale.
Le parole di tante cose da raccontare poi riempiono il resto della giornata e della serata di sabato, mentre la domenica se ne va camminando in giro per Cambridge, dove ha casa Vale e sorge Harvard, e poi tornando a Boston per Mass Ave dalle parti del Back End, raggiungendo la metro al calar del sole. La serata prevede ravioli alla zucca e tante tante altre chiacchere.
E senza sorprese lunedì è già ora di partire, le ultime ore si consumano chissà come e la valigia si chiude. La Charliemetro mi confonde per l'ultima volta e il Greyhound diretto a New Haven si lascia alle spalle la scintillante Boston correndo lungo l'autostrada.

Jacopo

16.2.07

Reading week!

Buongiorno bellissima gente! La prossima settimana qui a Toronto le lezioni sono sospese.. e` quello che in terra a stelle e strisce si chiama Spring Break... ma visto che da queste parti la primavera arrivera` tra altri tre mesi, per ora l'unica cosa che springa e` la lancetta del termometro, ma verso il basso.
Nonostante la mia spiccata simpatia per la terra dell'aquila, trascorrero` questi dieci giorni laggiu`, a visitare un po' di personaggi che da tempo mancano all'appello. Saro` a Boston a trovare Paola e Valentino, poi a New Haven da Enrico e infine a College Park, a trovare Ceci, Nico, Domingo e tutta la compagnia dell'anno passato. Non vi prometto di farmi vivo spesso, ma vedro` di scattare qualche foto e di prendere qualche nota per poi raccontarvi quando torno.

Divertitevi e statemi bene!
Manitu` benedica l'America

Jacopo

9.2.07

Back to Canada..

Ciao belli!

Tra un paio d'ore decolla il mio volo e questa sera arrivero` finalmente in Canada. Ho molto lavoro per i prossimi tempi; sperando che il buon Dima si decida in fretta e mi sappia dire che ne sara` di me, vedro` di lavorare il piu` possibile.

Per il resto ho aggiunto al blog qualche piccolo widget, come la temperatura di dove mi trovo, in alto a destra, e il mio status di skype, un po' piu` in basso. Poi vediamo che altro riusciro` a scovare.
Nel frattempo mando un abbraccione a tutti.

Jacopo

8.2.07

Welcome to the Happy Valley

Bentornati negli Stati Uniti, dove il latte si vende a galloni e le strade sono piene di ___
La prima impressione è quella ovvia: State College è la fotocopia di College Park, stessi negozi seppur con nomi diversi, stessa gente, anche se al posto di vestirsi di rosso UMD si veste di Blu PennState, insomma.. identica sensazione di essere in un paese nato per sbaglio. Il campus è il tipico ammasso di edifici tutti uguali, le colonnine blu dell'emergenza e tutto quello che ci va dietro. La mascotte dell'università è il Nittany Lion: una varietà locale di puma che gironzolava qui attorno prima di estinguersi.
In questi giorni ho trascorso la maggior parte del mio tempo al dipartimento di matematica, un edificio di mattoni giallo grigio quadrato e piuttosto imponente. Dentro in realtà è abbastanza piacevole, nonostante il colore predominante sia il grigio scuro della moquette e il panna dei mobili. Sto condividendo l'ufficio con una ragazza in visita dalla SISSA e la sera frequento un gruppetto di Italiani che stanno studiando qui.
Il lavoro è abbastanza intenso, benché il buon Dima sia a due porte di distanza la comunicazione rimane difficile e stentata. Quando poi gli ho domandato se il prossimo anno sarebbe rimasto qui, la sua risposta è stata davvero eccezionale: Definitely maybe.
Dal punto di vista meteorologico invece il clima in questa settimana pare preso in prestito da Toronto, martedì stavano meno diciannove. Yeee!
Concludo questi rapidi aggiornamenti con una perla direttamente dal dipartimento di matematica: questa settimana hanno organizzato una serie di seminari dedicati a un personaggio dal cognome curioso. Vi assicuro che non è uno scherzo, guardate voi stessi

Manitù benedica l'America

Jacopo

3.2.07

Five days in the US

Curioso come nonostante si scenda piu` a sud di trecento chilometri il clima rimanga freddo uguale. Le previsioni danno una massima di dodici (sottozero, naturalmente) per domani e lunedi`, quando arrivero` nella Happy Valley. Si.. ho detto massima.
Nel portafogli ancora la moneta verde a stelle e a strisce, vedro` di capire qualcosa di quel luogo sperduto... Il lavoro procede lentamente, ma procede. Poco tempo per tutto, giusto per beccare qualche simpaticone li' fuori che si e` preso tardi con la raccolta delle noci....
Manitu` benedica l'America

Jacopo